mercoledì 6 giugno 2012

II – Chiesa e omosessualità. La condanna dei Padri e dei Dottori della Chiesa

Dall’opera “Chiesa e omosessualità – Le ragioni di un’immutabile condanna” (Centro Culturale Lepanto, Roma, Supp. a “Lepanto” n. 138, gen. Feb. 1995):

Sant’Agostino: “i delitti compiuti dai sodomiti devono essere condannati ovunque e sempre”

Fin dalle origini la Chiesa, facendo eco alla maledizione delle Sacre Scritture, ha condannato la pratica omosessuale per bocca dei santi Padri, scrittori ecclesiastici antichi riconosciuti come testimoni della Tradizione Divina.
Fra i primi a pronunciarsi, fu il sommo sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona e Dottore della Chiesa: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand’anche tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un tale abuso di loro stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra Dio e noi a venire violata” (Sant’Agostino, Confessioni, c. III, p. 8).

San Gregorio Magno: “era giusto che i sodomiti perissero per mezzo del fuoco e dello zolfo”

San Gregorio I Papa (540-604) detto “Magno”, Dottore della Chiesa, ravvisa nello zolfo, che si rovesciò su Sodoma il peccato della carne degli omosessuali.
“Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo versata su Sodoma dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l’onta di quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto che i Sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinché dal giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un desiderio perverso” (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV, 23, vol. II, p. 371).


San Giovanni Crisostomo: la passione omosessuale è diabolica

Il Padre della Chiesa che condannò con maggior frequenza l’abuso contro natura fu san Giovanni Crisostomo (344 ca.-407), Patriarca di Costantinopoli e Dottore della Chiesa, di cui riportiamo passi di un’omelia di commento all’epistola di san Paolo ai Romani:
“Le passioni sono tutte disonorevoli, perché l’anima viene più danneggiata e degradata dai peccati di quanto il corpo lo venga dalle malattie; ma la peggiore fra tutte le passioni è la bramosia fra maschi. (…) I peccati contro natura sono più difficili e meno remunerativi, tanto che non si può nemmeno affermare che essi procurino piacere, perché il vero piacere è solo quello che si accorda con la natura. Ma quando Dio ha abbandonato qualcuno, tutto è invertito! Perciò non solo le loro (degli omosessuali, n.d.r.) passioni sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche. (…) Perciò io ti dico che costoro sono anche peggiori degli omicidi, e che sarebbe meglio morire che vivere disonorati in questo modo. L’omicida separa solo l’anima del corpo, mentre costoro distruggono l’anima all’interno del corpo. Qualsiasi peccato tu nomini, non ne nominerai nessuno che sia uguale a questo, e se quelli che lo patiscono si accorgessero veramente di quello che sta loro accadendo, preferirebbero morire mille volte piuttosto che sottostarvi. Non c’è nulla, assolutamente nulla di più folle o dannoso di questa perversità” (San Giovanni Crisostomo, Homilia IV in Epistula Pauli ad Romanos; cfr. Patrologia Graeca, vol. 47, coll. 360-362).

San Pier Damiani: “Questo vizio supera per gravità tutti gli altri vizi…”

Durante tutto il Medioevo, ossia nel periodo di formazione della civiltà cristiana occidentale, la Chiesa non ha mai smesso di promuovere la virtù della temperanza e di rinnovare la condanna del vizio contro natura; in tal modo riuscì a ridurlo ad un fenomeno rarissimo e marginale.
Fra i santi che combatterono il vizio omosessuale nel Medioevo, uno dei più grandi fu san Pier Damiani (1007-1072), Dottore della Chiesa, riformatore dell’ordine benedittino e sommo scrittore e predicatore. Nel suo Liber Gomorhanus, scritto verso il 1051 per Papa san Leone IX, egli denuncia con grande vigore la rovina spirituale alla quale si condanna chi pratica tale vizio. (…) “Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il corpo, rovina l’anima, contamina la carne, estingue la luce dell’intelletto, caccia lo Spirito Santo dal tempio dell’anima. (…)” (op. cit., in Patrologia Latina, vol. 145, coll. 159-190).

San Tommaso d’Aquino: l’omosessualità “offende Dio stesso come ordinatore della natura”

San Tommaso d’Aquino (1224-1274), il grande teologo domenicano proclamato dalla Chiesa “Dottore comune” della Cristianità, descrive nella sua eccelsa Summa Theologica l’omosessualità come il vizio contro natura più grave, equiparandolo al cannibalismo e alla bestialità.
“L’intemperanza è sommamente riprovevole, per due ragioni. Innanzitutto perché ripugna sommamente all’umana eccellenza, trattandosi di piaceri che abbiamo in comune coi bruti. (…) Secondariamente perché ripugna sommamente alla nobiltà ed al decoro, in quanto cioè nei piaceri riguardanti l’intemperanza viene offuscata la luce della ragione, dalla quale deriva tutta la nobiltà e la bellezza della virtù. (…) I vizi della carne che riguardano l’intemperanza, benché siano meno gravi quanto alla colpa, sono però più gravi quanto all’infamia. Infatti la gravità della colpa riguarda il traviamento dal fine, mentre l’infamia riguarda la turpitudine, che viene valutata soprattutto quanto all’indecenza del peccato. (…) Ma i vizi che violano la regola dell’umana natura sono ancor più riprovevoli. Essi vanno ricondotti a quel tipo di intemperanza che ne costituisce in un certo modo l’eccesso – è questo il caso di coloro che godono nel cibarsi di carne umana, o nell’accoppiamento con bestie, o in quello sodomitico” (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, q. 142, a. 4).
Insomma, se l’ordine della retta ragione viene dall’uomo, invece l’ordine della natura proviene direttamente da Dio stesso. Pertanto, “nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura” (San Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, q. 154, a. 12).

Santa Caterina da Siena: vizio maledetto schifato dagli stessi demoni

Anche la grande santa Caterina da Siena (1347-1380), maestra di spiritualità e Dottore della Chiesa, condannò in maniera veemente l’omosessualità.
Nel suo Dialogo della divina Provvidenza, in cui riferisce gli insegnamenti ricevuti da Gesù stesso, ella così si esprime sul vizio contro natura:
“Non solo essi hanno quell’immondezza e fragilità, alla quale siete inclinati per la vostra fragile natura (benché la ragione, quando lo vuole il libero arbitrio, faccia star quieta questa ribellione), ma quei miseri non raffrenano quella fragilità: anzi fanno peggio, commettendo il maledetto peccato contro natura. Quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono; poiché non solo essa fa schifo a Me, che sono somma ed eterna purità (a cui è tanto abominevole, che per questo solo peccato cinque città sprofondarono per mio divino giudizio, non volendo più oltre sopportarle la mia giustizia), ma dispiace anche ai demoni, che di quei miseri si sono fatti signori. Non è che ai demoni dispiaccia il male, quasi che a loro piaccia un qualche bene, ma perché la loro natura è angelica, e perciò schiva di vedere o di stare a veder commettere quell’enorme peccato” (S. Caterina da Siena, op. cit., cap. 124).

San Bonaventura: nella notte di Natale “tutti i sodomiti morirono su tutta la terra”

Il francescano san Bonaventura (1217-1274), Dottore della Chiesa con il titolo di Doctor Seraphicus, illustrando alcuni fatti miracolosi accaduti nel momento del Santo Natale afferma che: ”Tutti i sodomiti, uomini e donne, morirono su tutta la terra, secondo quanto ricordò san Gerolamo commentando il salmo ‘È nata una luce per il giusto’, per evidenziare che Colui che stava nascendo veniva a riformare la natura e a promuovere la castità” (San Bonaventura, Sermone XXI, In Nativitate Domini, pronunciato nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, in Opera Omnia, vol. IX, p. 123).

San Bernardino da Siena: “la sodomia maledetta … sconvolge l’intelletto”

Fra coloro che in quell’epoca parlarono e scrissero contro il risorgere di questo vizio, il più importante è forse il francescano san Bernardino da Siena (1380-1444), celebre predicatore insigne per dottrina e per santità. Egli proclamò nella sua Predica XXXIX:
“Non è peccato al mondo che più tenga l’anima, che quello de la sodomia maledetta; il quale peccato è stato detestato sempre da tutti quelli che so’ vissuti secondo Iddio, (…) ‘La passione per delle forme indebite è prossima alla pazzia; questo vizio sconvolge l’intelletto, spezza l’animo elevato e generoso, trascina dai grandi pensieri agli infimi, rende pusillanimi, iracondi, ostinati e induriti, servilmente blandi e incapaci di tutto; inoltre, essendo l’animo agitato da insaziabile bramosia di godere, non segue la ragione ma il furore’. (…) La cagione si è perché ellino so’ accecati, e dove arebbono i pensieri loro alle cose alte e grandi, come quelle che hanno l’animo magno, gli rompe e gli fracassa e riduceli a vili cose a disutili e fracide e putride, e mai questi tali non si possono contentare. (…) Come de la gloria di Dio ne partecipa più uno che un altro, così in inferno vi so’ luoghi dove v’è più pene, e più ne sente uno che un altro. Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia che un altro, perocché questo è maggior peccato che sia” (San Bernardino da Siena, Predica XXXIX in Prediche volgari, pp. 896-897 e 915).

San Pietro Canisio: i sodomiti violano la legge naturale e divina

Nel suo celebre Catechismo, il gesuita san Pietro Canisio (1521-1597), Dottore della Chiesa, così sintetizzava l’insegnamento della Chiesa:
“Come dice la Sacra Scrittura, i sodomiti erano pessima gente e fin troppo peccatori. San Pietro e san Paolo condannano questo nefasto e turpe peccato. Difatti la Scrittura denuncia l’enormità di una tale sconcezza con queste parole: ‘Lo scandalo dei sodomiti e dei gomorrani si è moltiplicato e il loro peccato si è troppo aggravato’. Pertanto gli angeli dissero al giusto Loth, che aborriva massimamente le turpitudini dei sodomiti: ‘Abbandoniamo questa città, etc.’ (…) La Sacra Scrittura non tace le cause che spinsero i sodomiti a questo gravissimo peccato e che possono spingere anche altri. Leggiamo infatti nel libro di Ezechiele: ‘Questa fu l’iniquità di Sodoma: la superbia, la sazietà di cibo ed abbondanza di beni, e l’ozio loro e delle loro figlie; non aiutarono il povero e il bisognoso, ma insuperbirono e fecero ciò che è abominevole al mio cospetto; per questo Io la distrussi’ (Ez. 16, 49-50). Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale” (San Pietro Canisio, Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455).

http://www.lucisullest.it/news/2000/giugno/07062000bis.htm

(continua)

sabato 31 marzo 2012

L’omosessualità: un’analisi biblica

Siamo oggi sottoposti, in ogni ambiente, ad un intenso battage teso a far si che la nostra società e chiese accettino ed approvino l’omosessualità come uno stile di vita legittimo e rispettabile, una “preferenza” sessuale al pari di ogni altra. Coloro che, su base morale e religiosa, vi si oppongono, vengono di solito dipinti come ignoranti bigotti e razzisti, degli “omofobi”, portatori di pregiudizi superati, che solo dovrebbero “finalmente tacere”.

E’ vero che alcuni odiano gli omosessuali e che persino ne organizzano “pestaggi” sistematici. Un tale comportamento non è in alcun modo giustificabile. Il vero cristiano non deve odiare l’omosessuale, ma deve trattarlo secondo i comandamenti di Dio (1 Giovanni 5:3): non è ammissibile la calunnia, la derisione, la violenza e l’odio né verso l’omosessuale, né verso chiunque altro. I cristiani dovrebbero proteggere gli omosessuali da attacchi personali.

Sebbene il cristiano abbia il dovere di trattare l’omosessuale come ogni altra persona, secondo i comandamenti di Dio, egli deve amarlo essendo con lui biblicamente onesto. L’atteggiamento di una persona verso l’omosessualità non deve essere modellato dalla cultura contemporanea, mutevole e pagana, ma secondo l’ispirata ed infallibile rivelazione di Dio, la Bibbia. La Bibbia offre speranza all’omosessuale perché gli dice la verità e gli proclama il perdono dei peccati attraverso Gesù Cristo.

L’istituzione creazionale del matrimonio

Per comprendere rettamente la sessualità umana bisogna risalire ai primordi dell’umanità. Nel principio Dio crea un uomo (Adamo) ed una donna (Eva). Dio non crea due uomini (ad es. Adamo e Gianfilippo), o due donne (ad es. Eva e Yvette) . Iddio prima crea Adamo dalla polvere della terra, poi crea Eva dalla costola di Adamo. Eva viene creata per essere la moglie di Adamo. La Bibbia afferma che erano nudi e che non ne avevano vergogna. La creazione di un uomo e di una donna per essere marito e moglie è il modello o paradigma di base di ogni rapporto sessuale approvato da Dio, normale, morale e benedetto. “L’unione matrimoniale è istituita da Dio stesso, e il suo sacro recinto non deve essere contaminato dall’intrusione di una terza parte, dell’uno o dell’altro sesso” (F. F. Bruce).

Gesù Cristo cita Genesi 2:24 come chiara prova che la poligamia (avere più di una moglie) e il divorzio (eccetto che nel caso di adulterio) sono condannati da Dio (Matteo 19:5). L’apostolo Paolo, scrivendo sotto ispirazione dello Spirito Santo, dice che vi può essere una sola e legittima espressione dell’impulso sessuale, cioè il matrimonio (1 Corinzi 7:2). Il matrimonio monogamo ed eterosessuale è il solo contesto in cui si può far del sesso senza peccato e senza sensi di colpa. “Sia il matrimonio tenuto in onore da tutti e il letto coniugale sia incontaminato, poiché Dio giudicherà i fornicatori e gli adulteri” (Ebrei 13:4). Qualunque altra cosa che sia contraria all’istituzione creazionale del matrimonio fra un uomo ed una donna, è inaccettabile davanti a Dio, e quindi peccaminoso. La Bibbia condanna ogni attività sessuale al di fuori del matrimonio monogamo ed eterosessuale: l’omosessualità, i rapporti sessuali prima del matrimonio, la poligamia, l’adulterio, la bestialità, e così via. “Nessuno vi seduca con vani ragionamenti, perché per queste cose viene l'ira di Dio sui figli della disubbidienza” (Efesini 5:6).

La legge di Dio

La legge morale di Dio condanna l’omosessualità di qualsiasi tipo: “Non avrai relazioni carnali con un uomo, come si hanno con una donna: è cosa abominevole. ...Se uno ha relazioni carnali con un uomo come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; saranno certamente messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro" (Levitino 18:22; 20:13). Gli apologeti in favore dell’omosessualità cercano di eludere le affermazioni chiare e non ambigue della legge di Dio torcendo la Scrittura con sofismi e varie giustificazioni.

Alcuni sostengono che la legge di Dio certo condanna l’omosessualità, ma insegnano che quello che normalmente viene considerato legge di Dio, in realtà non sia altro che testimonianza di antiche usanze israelite e pregiudizi. Negano l’origine mosaica della legge e sono relativisti quanto all’etica. Le loro argomentazioni devono essere respinte perché sia Cristo che gli apostoli di fatto accettavano l’autorità divina, infallibilità, ed assoluta autorità dell’Antico Testamento (Matteo 22:é39,40; Giovanni 10:35; 2 Timoteo 3:16,17). Se si respinge la legge di Dio affermando trattarsi soltanto di idee umane dell’antico Israele, non si può nemmeno ragionevolmente accogliere Cristo come proprio Salvatore. Allora o si afferma che Gesù avesse idee errate sulla legge di Dio, o che Lui non fosse che un bugiardo. Non ci si inganni, però, Gesù Cristo è Dio (Giovanni 1:1; 8:58,59): Egli non può sbagliarsi o mentire (Numeri 23:19).

Altri insegnano che le leggi che condannano l’omosessualità erano intese solo per la nazione di Israele, e che la legge dell’Antico Testamento, con l’avvento di Cristo, sia superata. Quest’idea riscuote una certa popolarità fra coloro che affermano essere “omosessuali evangelici”. Quest’idea è del tutto non biblica. Quando il Nuovo Testamento afferma che i cristiani sono morti alla legge, esso intende che Cristo ha adempiuto alla legge (il patto d’opere) per il credente, e rimossa la maledizione della legge attraverso la Sua morte sacrificale. I cristiani che si uniscono a Gesù Cristo nella Sua vita perfetta e priva di peccato, come pure alla Sua morte sacrificale, sono risorti con Cristo e posti in grado dallo Spirito Santo, di vivere per Dio. Paolo dice che: “la legge è certamente santa, e il comandamento santo, giusto e buono” (Ro. 7:12). Cristo non ha abolito la legge morale: ha ubbidito ad essa perfettamente in favore ed al posto del peccatore. Egli è morto per togliere la colpevolezza dovuta al peccato, ed Egli manda al credente lo Spirito Santo proprio affinché abbiano la capacità di ubbidire alla legge di Dio. Se Cristo ci avesse liberato dalla legge morale, come afferma l’apologeta omosessuale, allora non ci sarebbe stato bisogno che Lui morisse: se non c’è più legge, non c’è più nemmeno il peccato e la colpevolezza. Le uniche leggi che non sono più per noi vincolanti, sono quelle specificatamente legate alla terra di Israele e le leggi cerimoniali. Le leggi cerimoniali prefiguravano Gesù Cristo e la Sua opera con tipologie e figure. La legge morale di Dio e le leggi casistiche fondate sulla legge morale, sono ancora in vigore. La legge di Dio è fondata sulla Sua stessa natura e carattere: essa è quindi assoluta, immutabile, ed eterna.

E’ ovvio che la proibizione contro l’omosessualità non abbia nulla a che fare con il sistema sacrificale: chiaramente non sono di natura cerimoniale. Inoltre, se le leggi contro l’omosessualità fossero state intese solo per la nazione di Israele, allora perché l’omosessualità viene condannata in Sodomia, ben 400 anni prima che esistesse la nazione di Israele? “Proprio come Sodoma e Gomorra e le città vicine, che come loro si erano abbandonate alla fornicazione e si erano date a perversioni sessuali contro natura, sono state poste davanti come esempio, subendo la pena di un fuoco eterno…” (Giuda 7). Sebbene Sodomia fosse generalmente caratterizzata dalla malvagità, Genesi 19 presenta l’omosessualità come l’ultimo stadio della degenerazione. Gli uomini di Sodomia desideravano avere rapporti sessuali con gli ospiti di Lot ed erano pronti a violentarli, se necessario. Dio operò la distruzione totale di Sodoma e Gomorra. Sonora non fu distrutta solo perché gli abitanti di Sodoma si erano manifestati inospitali, come alcuni sostengono. Il solo fatto di non essere ospitali non spiegherebbe il giudizio totale di Dio. Dio distrusse totalmente la città, e solo Lot e la sua famiglia ne furono risparmiati.

Alcuni apologeti omosessuali sostengono che la legge di Dio condannasse solo la prostituzione cultuale maschile. Essi sostengono che l’omosessualità moderna non abbia nulla a che fare con l’omosessualità idolatra e pagana ed i riti della fertilità praticata in tempi antichi. Iddio condanna specificatamente la prostituzione maschile ed i riti di fertilità associati con essa; Deuteronomio 23:17,18 si applica certamente alla prostituzione cultuale. Però, Levitino 18:22 e 20:13 non menziona affatto la prostituzione cultuale: “Se uno ha relazioni carnali con un uomo come si hanno con una donna, ambedue hanno commesso cosa abominevole; saranno certamente messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro” (Levitino 20:13).

Il tentativo di legare ogni proibizione biblica dell’omosessualità soltanto al fenomeno dell’antica prostituzione cultuale rivela un ovvio pregiudizio pro omosessualità da parte di questi interpreti. Essi forzano il testo biblico tanto da farlo adattare allo stampo pro omosessuale. Sono disonesti con le chiare intenzioni del testo biblico. Essi guardano alla legge di Dio attraverso gli occhiali deformanti dei loro presupposti favorevoli all’omosessualità. Non è lecito condensare tre proibizioni distinte (Levitico 18:22; 20:13; Deuteronomio 23:17,18) come se si trattasse solo di una. Gli interpreti pro omosessualità lo sanno, ma a loro non importa, perché non sono interessati alla verità, ma solo a giustificare il loro comportamento perverso e malvagio. Inoltre, la loro stessa interpretazione potrebbe essere usata per giustificare pure i rapporti sessuali con capre e pecore, perché anche la bestialità faceva parte degli antichi riti della fertilità. Non fatevi illusioni: Iddio è contro l’omosessualità in ogni sua forma, sia cultuale che personale.

Le argomentazioni in favore dell’omosessualità non sono altro che pietose scuse per giustificare un comportamento che Dio odia e che chiaramente condanna: “Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:9,10). L’omosessualità era condannata da Dio secoli prima che venisse promulgata la legge (ad es. Genesi 19). Essa è esplicitamente condannata dalla legge di Dio (Levitico 18:22; 20:13). Come inoltre mostreremo, essa è chiaramente condannata nel Nuovo Testamento dall’apostolo Paolo.

Il Nuovo Testamento

Il Nuovo Testamento concorda con la condanna che l’Antico Testamento fa dell’omosessualità, e la conferma. Potrebbe forse un altro brano meglio esprimere la condanna dell’omosessualità che ciò che Paolo scrive nel primo capitolo di Romani? “Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi. Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore che è benedetto in eterno. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento. E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti ... Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono” (Romani 1:24-28,32).

Gli apologeti del comportamento omosessuale, tentano di aggirare Romani 1, affermando che Paolo qui condanna solo la concupiscenza omosessuale e la promiscuità, non relazioni omosessuali monogame ed amorevoli. Il problema di questa interpretazione pro omosessualità è che Paolo, in questo testo, non dà la benché minima indicazione di quest’idea. Questa idea deve essere imposta al testo perché chiaramente non vi è presente. Paolo era un esperto di intricati problemi etici. La sua condanna copre ogni forma di comportamento omosessuale: promiscuo, monogamo, o altrimenti. Se l’omosessualità fosse accettabile solo a certe condizioni, allora lo potrebbe anche essere la menzogna, l’omicidio, la calunnia, ed altri peccati elencati da Paolo. Sarebbero pronti gli apologeti omosessuali a sostenere che anche fare sesso con capre e pecore è permesso se il rapporto è amorevole e monogamo?

Altri apologeti dicono che qui Paolo si riferiva solo alla prostituzione cultuale greca. Il testo, però, non dice nulla sulla prostituzione omosessuale greca. Paolo concentra la sua attenzione qui su ciò che avviene quando si respinge Dio da tutti i nostri pensieri per adorare degli idoli. Paolo qui discute di comportamento morale personale. Quando si abbandona Dio, il nostro comportamento personale diventa perverso. Se qui Paolo avesse condannato solo la prostituzione cultuale greca, perché allora la Chiesa primitiva condannava tutte le forme di omosessualità? Come mai ogni ramo della Chiesa cristiana ed ogni denominazione ha sempre condannato ogni forma di omosessualità per quasi 2000 anni? E’ stato solo dagli anni 70 del XX secolo che l’omosessualità ha cominciato a ricevere accoglienza nella società. Non è un caso che proprio quelle chiese che hanno cambiato la loro posizione sull’omosessualità siano le stesse chiese liberali che respingono l’autorità divina della Scrittura. Se Cristo e gli apostoli accettavano l’omosessualità monogama, perché allora la Chiesa apostolica l’aveva universalmente condannata?

La teoria della pederastia

Il tentativo più abile di ripudiare la condanna che Paolo fa dell’omosessualità, è la teoria della pederastia. Questa concezione afferma che Paolo, seguendo la cultura greca, condannasse solo lo sfruttamento sessuale ed emotivo dei giovanetti da parte degli uomini. Questa concezione presuppone che Paolo sia solo un prodotto della cultura greca pagana del suo tempo. La Bibbia, però, insegna chiaramente che Paolo scriveva sotto la direzione soprannaturale dello Spirito Santo (2 Pietro 3:15,16). Per comprendere la concezione del mondo di Paolo, non bisogna guardare alla Grecia pagana o a Roma, ma all’Antico Testamento, all’insegnamento di Gesù Cristo e degli altri apostoli. La condanna che Paolo fa dell’omosessualità è del tutto coerente con la legge di Dio rivelata a Mosè, e ne è continuazione. La pederastia è sbagliata ed è condannata da Dio, proprio perché è una forma, o un aspetto, dell’omosessualità. Essa è pure peccaminosa e cattiva perché è una forma di attività sessuale al di fuori del matrimonio legittimo, monogamo ed eterosessuale. L’omosessualità è sbagliata, non importa quale sia l’età dei partecipanti. L’idea che una volta che due maschi raggiungano l’età di 18 anni, Dio approvi che essi facciano sesso anale o orale, è assurda. Paolo condannava questi comportamenti folli e malvagi molto tempo fa: “noi sappiamo che la legge è buona, se uno la usa legittimamente; sapendo questo, che la legge non è stata istituita per il giusto, ma per gli empi e i ribelli, per i malvagi e i peccatori, per gli scellerati e i profani, per coloro che uccidono padre e madre, per gli omicidi, per i fornicatori, per gli omosessuali, per i rapitori, per i falsi, per gli spergiuri, e per qualsiasi altra cosa contraria alla sana dottrina” (1 Timoteo 1:8-10).

Atto ed orientamento

Qualsiasi discussione sull’omosessualità sarebbe incompleta senza discutere la questione della differenza fra atto ed orientamento. Molti omosessuali dicono: “Io sono nato omosessuale – Dio mi ha fatto così. quindi, i miei pensieri, desideri, e stile di vita, non dovrebbero essere condannati”. Se vi sono delle persone che nascono con una predisposizione verso il comportamento omosessuale, forse che questo rende i loro desideri e comportamenti omosessuali accettabili per Dio? Assolutamente no!

La dottrina biblica sul peccato originale insegna che tutti nascono con una natura o disposizione peccaminosa. Il primo uomo, Adamo, era, davanti a Dio, il capo e rappresentante dell’intera razza umana. Quando Adamo peccò, la colpevolezza e la contaminazione del peccato passò all’intera razza umana (Romani 5:12,17,19). Ogni persona (eccetto Gesù Cristo, concepito dallo Spirito Santo) nasce con una natura peccaminosa. E’ sbagliato dire: “Dio mi ha reso omosessuale (o bugiardo, o omicida)”, perché il peccato non ha preso origine da Dio, ma dall’uomo (cioè dal nostro progenitore Adamo).

Il fatto che ogni essere umano nasca con un orientamento (o propensione) verso il peccato, non giustifica desideri o comportamenti peccaminosi. La Bibbia dice che tutti nascono bugiardi (Salmo 58:3), eppure la Bibbia dice che la menzogna è un peccato (Esodo 20:16; Deuteronomio 5:20). Inoltre essa dice che i bugiardi non entreranno nel regno di Dio (Apocalisse 21:27). Se vi sono alcuni che nascono con la tendenza a rubare, ad essere omosessuale, omicida, sadomasochista o alla bestialità, alla mutilazione, ecc. questo non giustifica il loro comportamento peccaminoso. L’argomentazione che la tendenza all’omosessualità la renda in qualche modo accettabile a Dio, potrebbe essere usata per giustificare ogni comportamento peccaminoso. Questo ragionamento distrugge la responsabilità personale, priva di significato la stessa legge di Dio, e non necessaria l’opera salvifica di Gesù Cristo. Tutti dovranno rendere conto di sé stessi a Dio per ogni loro pensiero, parola ed azione, indipendentemente dal loro “orientamento” di fondo. Accusare Dio di avere impresso in noi una certa tendenza e che per questo sia inevitabile, potrà forse far sentire meglio qualche omosessuale, ma non reggerà di fronte al giudizio di Dio, quando tutti gli omosessuali impenitenti saranno gettati all’inferno (1 Corinzi 6:9-10; Apocalisse 21:27). La Bibbia, inoltre, insegna che le creature umane non possono accusare Dio dei loro comportamenti peccaminosi, perché Dio non tenta l’uomo. E’ dalle proprie passioni che uomini e donne vengono sospinti qui e là: “Nessuno, quando è tentato dica: «Io sono tentato da Dio», perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno. Ciascuno invece è tentato quando è trascinato e adescato dalla propria concupiscenza. Poi quando la concupiscenza ha concepito, partorisce il peccato e il peccato, quando è consumato, genera la morte” (Giacomo 1:13-15).

Alcuni sostengono che, ad essere immorali, siano gli atti omosessuali, e non i sentimenti o desideri che sono innati, quindi inevitabili, quindi non peccaminosi. Certo, la Bibbia insegna che essere tentati non è peccato (Cristo fu tentato, eppure non commise peccato, Ebrei 2:18). Ciò che è peccato è quando una persona coltiva ciò a cui è tentata, fantastica e fa piani su come realizzare quel comportamento peccaminoso. La Bibbia chiaramente insegna che peccato non è solo commettere di fatto ciò che Dio proibisce, ma pure avere desideri e pensieri immorali.

Gesù Cristo proibisce il solo bramare rapporti sessuali eterosessuali illeciti in Matteo 5:27-29. Gesù dice che quando un uomo guarda una donna desiderandola, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Matteo 5:28). L’idea di condannare solo l’atto esteriore, ma non la bramosia interiore, era una dottrina dei Farisei che Cristo condanna fermamente (Matteo 5:21,22; 15:19,20). L’apostolo Paolo condanna i desideri cattivi e le fantasie empie: “Fate dunque morire le vostre membra che sono sulla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e avidità, che è idolatria” (Colossesi 3:5). Paolo dice che i cristiani devono santificare (rendere santi) i loro stessi pensieri (Filippesi 4:8). Giacomo dice che se i desideri non vengono controllati, il peccato ne conseguirà (Giacomo 4:1). I desideri illeciti di carattere omosessuale sono condannati in Romani 1:24,26,27. Il profeta Isaia dice: “Lasci l'empio la sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri, e ritorni all'Eterno che avrà compassione di lui, e al nostro DIO che perdona largamente” (Isaia 55:7), intendendo che il ravvedimento implica anche i pensieri. Dato che la Bibbia condanna i desideri illeciti insieme agli atti illeciti, non può esistere alcun “omosessuale cristiano” come non può esistere un omicida cristiano o un ladro cristiano. Quando un omosessuale diventa cristiano, questi deve combattere nella sua vita sia i pensieri che gli atti omosessuali, e liberarsene. A volte potrà anche essere tentato, ma si rifiuterà di fantasticare e di commettere tali atti abominevoli. “Quanto al rimanente, fratelli, tutte le cose che sono veraci, tutte le cose che sono oneste, tutte le cose che sono giuste, tutte le cose che sono pure, tutte le cose che sono amabili, tutte le cose che sono di buona fama, se vi è qualche virtù e se vi è qualche lode, pensate a queste cose” (Filippesi 4:8). “…queste cose avvennero come esempi per noi, affinché non desideriamo cose malvagie come essi fecero” (1 Corinzi 10:6).

Conclusione

La condanna che la Bibbia fa dell’omosessualità è molto chiara e molto forte. Dio dice che l’omosessualità è “un’abominazione”, cioè cosa che Dio odia, aborre e intensamente detesta. L’Antico Testamento insegna che coloro che commettono il crimine dell’omosessualità dovrebbero essere messi a morte (Le. 18:22, 20:14). Il Nuovo Testamento è in pieno accordo, e Paolo dice che il comportamento omosessuale è “degno di morte” (Romani 1:32). Non si tratta di un’opinione umana, ma del chiaro insegnamento della Parola di Dio.

Coloro che affermano la necessità di essere compassionevoli verso gli omosessuali giustificando ed approvando il loro comportamento perverso, sono dei bugiardi e dei falsi maestri. Il loro tentativo di re-interpretare la Bibbia per far si che essa accetti l’omosessualità, non è niente di più che le scuse pietose di coloro che non intendono ravvedersi. Non fanno altro che portare gli omosessuali sulla via spaziosa che conduce alla perdizione (Matteo 7:13). Sono loro i veri nemici della comunità omosessuale.

La tua sola speranza è accogliere ciò che Dio dice al riguardo del tuo comportamento peccaminoso. Se vuoi ravvederti dai tuoi peccati e credere in Gesù Cristo, devi prima essere persuaso che il tuo comportamento è sbagliato, perverso e meritevole di condanna. Dopo aver detto che gli omosessuali saranno esclusi dal regno di Dio, Paolo dice: “Or tali eravate già alcuni di voi; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù e mediante lo Spirito del nostro Dio” (1 Corinzi 6:11). Nella chiesa di Corinto, perciò c’erano pure omosessuali che avevano abbandonato il loro precedente stile di vita essendo stati liberati dal loro peccato. Essi se ne erano ravveduti ed avevano creduto a Gesù Cristo.

Gesù Cristo, come viene presentato dalle Scritture, è la sola speranza del peccatore: “in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c'è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Se riponi in Lui la tua fede, tutti i tuoi peccati ti saranno perdonati: “poiché se confessi con la tua bocca il Signore Gesù, e credi nel tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato. Col cuore infatti si crede per ottenere giustizia e con la bocca si fa confessione, per ottenere salvezza, perché la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui non sarà svergognato»” (Romani 10:9-11).

Il sangue privo di peccato di Cristo è in grado di rimuovere la colpevolezza e la maledizione del peccato. La Sua vita perfetta, priva di peccato, viene donata a coloro che credono in Lui. Quando i cristiani appariranno davanti a Dio nel giorno del giudizio, essi saranno rivestiti della perfetta giustizia di Cristo. I credenti possono accedere al paradiso solo per i meriti di Gesù Cristo. Quando Gesù Cristo risorse dai morti il terzo giorno, questo fu la prova che il Suo sacrificio era stato accolto da Dio Padre. Cristo risorse vittorioso sul peccato, sulla colpa, sulla morte e sull’inferno per chiunque ripone in Lui la sua fiducia. Dopo la Sua risurrezione Cristo, come Mediatore fra Dio e l’uomo, fu fatto Re e Signore di ogni cosa sia in cielo che sulla terra. “Ravvedetevi dunque e convertitevi, affinché i vostri peccati siano cancellati, e perché vengano dei tempi di refrigerio dalla presenza del Signore” (Atti 3:19).

Se desideri discutere il contenuto di questo saggio o sei interessato ad uno studio biblico, scrivi, per favore, all’indirizzo qui indicato.

Brian Schwertley

Tutte le citazioni bibliche sono tratte dalla versione “Nuova Diodati”, ediz. La buona Novella, Brindisi, 1991



venerdì 30 marzo 2012

L’omosessualità è una condizione patologica che ostacola lo sviluppo integrale della personalità

In tempi di psicologismo imperante, Freud, Jung e Adler (i padri della psicoanalisi) erano concordi nel considerare l’omosessualità come una grave patologia

La falsa idea che l’omosessualità sia una opzione normale della realtà sessuale è una opinione erronea oggi molto diffusa grazie ad una propaganda quasi quarantennale di potentissime lobby omosessualiste. Attraverso internet, la televisione, i giornali e una cattiva educazione sessuale si è riusciti a creare una opinione pubblica non ostile alla pratica omosessuale in base alla quale chi sostenga il contrario viene liquidato come intollerante, retrogrado, sessuofobo, roba da medioevo, da mandare appunto dietro le sbarre e di conseguenza diviene il bersaglio favorito dai mass media. La verità è che l’omosessualità è una condizione patologica che ostacola lo sviluppo integrale della personalità. E’ interessante che in tempi di psicologismo imperante, la lobby omosessualista fa tutto il possibile affinché non si sappia in giro che i tre grandi pionieri della psicanalisi e della psichiatria - Freud, Jung e Adler - erano concordi ...

... nel considerare l’omosessualità come una grave patologia comportamentale.

Attualmente il concetto di omosessualità come malattia mentale è scomparso dai manuali psichiatrici e questo è stato un vero e proprio colpo di mano antiscientifico ed ideologico della lobby omosessualista perché in tal modo si vuole ingannare le masse inducendo l’idea che l’omosessualità sia una realtà naturale, normale, innata di una persona e determinante il comportamento sessuale, facendo credere che tali si nasca. In realtà è stato provato esattamente il contrario: i fattori genetici ormonali non svolgono un ruolo determinante nello sviluppo dell’omosessualità perché essa è un fenomeno prettamente psico-affettivo e come tale va curato. Esistono numerosi psichiatri e psicologi che curano con successo la patologia omosessuale.

Il più famoso di questi è il dottor Joseph Nicolosi che ha ideato una terapia di recupero degli omosessuali. L’atteggiamento della lobby omosessualistica ha un vero e proprio stile mafioso perché innanzitutto è estremamente intimidatorio nei riguardi dei dissenzienti. Esemplare è a questo riguardo la vicenda di Tony anatrella, sacerdote francese, psichiatra, autore di numerosissimi libri e che è stato il redattore della voce “Omosessualità e omofobia” sul “ Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questione etiche”, edizioni Dehoniane, Bologna. Il testo è a cura del Pontificio Consiglio per la Famiglia di cui mons. Anatrella è consultore. Il prete psichiatra, che ritiene l’omosessualità come una alterazione dell’identità sessuale e che quindi attiene alla categoria delle perturbazioni della personalità che dipende da conflitti intrapsichici non risolti, nel suo studio parigino curava diversi casi di omosessualità ed aveva pubblicato uno studio sull’omosessualità dal titolo significativo “Il Regno di Narciso” inoltre in un articolo del novembre 2005 su “L’Osservatore Romano” ricordava perché e percome le persone omosessuali non possono essere ammesse al sacerdozio cattolico. Tutto questo era più che sufficiente per attirargli la vendetta della lobby mafiosa omosessualista.

Un ragazzo omosessuale in cura da Anatrella presentò una denuncia per abusi sessuali contro il suo psicoterapeuta e tutti i siti omosessuali del mondo incominciarono una campagna di diffamazione in grande stile contro il sacerdote come se tali abusi fossero non un dato da verificare ma un fatto reale. Senonchè la magistratura francese attraverso delle indagini accurate ha scagionato completamente mons. Anatrella perché le accuse contro di lui erano completamente infondate. Per quanto riguarda la posizione della Chiesa Cattolica nei riguardi dell’omosessualità essa è estremamente chiara e severa. Il magistero della Chiesa scaturisce da tre fonti: la Sacra Scrittura, la Tradizione e la legge naturale. Quanto alla Bibbia, la sua dottrina riguardo all’omosessualità è assai esplicita e non tollera interpretazioni ambigue. Qualcuno potrebbe obiettare che la bibbia sia una letteratura debitrice verso la mentalità prescientifica delle varie epoche in cui fu composta. Deve essere tuttavia rilevato che esiste un evidente coerenza all’interno delle Scritture per quanto riguarda il giudizio sul comportamento omosessuale. Una coerenza mantenuta dal Cattolicesimo in 2000 anni di storia.

La Tradizione della Chiesa – e questa comprende non solo il magistero dei papi e dei vescovi, ma anche l’autorevole opinione dei Padri, dei Dottori e dei santi- è stata unanime nel condannare l’omosessualità come peccato gravissimo. Offro una velocissima carrellata di citazioni bibliche e di santi a tale riguardo. Nell’Antico Testamento il libro del Levitico afferma: “Non accoppiarti con un maschio come si fa con la donna: è cosa abominevole”(18,22). San Paolo nella prima lettera ai corinzi dichiara: “ Non illudetevi! Né i fornicatori, né gli idolatri, né gli effeminati, né i sodomiti erediteranno il Regno di Dio”(1Cor.,6,9-10). Sant’Agostino attesta: “I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre”(Confessioni, c.III, p.8). San Giovanni Crisostomo ribadisce: “ Non solo le passioni degli omosessuali sono sataniche, ma le loro vite sono diaboliche”(Homilia IV in Epistola Pauli ad Romanos). San Pier Damiano dice dell’omosessualità: “Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario, perché supera per gravità tutti gli altri vizi”(Liber Gomorrahanus). Il sommo dei teologi cattolici san Tommaso d’Aquino senza equivoco attesta: “ Nei peccati contro natura in cui viene violato l’ordine naturale, viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della Natura”(Summa Teologica, II-II,q.154,a.12.). Santa Caterina da Siena riguardo agli omosessuali e alle loro pratiche erotiche immonde dichiara: “Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il fetore e la miseria in cui sono”(Dialogo della Divina Provvidenza).

Concludo la carrellata con san Bernardino da Siena che afferma senza mezzi termini: “Il peccato della sodomia maledetta è stato detestato sempre da tutti quelli che sono vissuti secondo Iddio”(Predica XXXIX). Ma anche a prescindere dalle fonti soprannaturali, secondo la stessa legge naturale il comportamento omosessuale è obbiettivamente disordinata, dal momento che priva l’atto sessuale dalla sua finalità essenziale e indispensabile che è la procreazione. La vera famiglia come istituzione fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna è uno di quei valori non negoziabili dei quali ha parlato tanto Benedetto XVI, cioè fondamentali nel deposito della fede, il cui abbandono implicherebbe l’apostasia.

La Chiesa non può tacere. Per obbligo di fedeltà alla sua missione divina, riguardo all’omosessualità deve dire che essa non è mai assolutamente lecita. Se mai anche in Italia la lobby mafiosa omosessualista farà approvare leggi che impediranno di annunciare la dottrina cristiana sulla omosessualità sarò ben lieto di andare in galera per fedeltà alla legge di quel Dio a cui ho consacrato tutta la mia vita! Oggi moltissimi, di qualsiasi appartenenza politica o religiosa, la pensano come me, hanno però paura di intervenire pubblicamente sulla problematica dell’omosessualità che non riguarda solo la sfera psicologica o morale ma il progresso o la decadenza di una intera società. Gli omosessuali purtroppo sono sempre esistiti e sempre esisteranno ma non hanno alcun diritto e le loro rivendicazioni sociali devono essere tenute in alcun conto.

Don Marcello Stanzione

sabato 25 febbraio 2012

Perché la pratica omosessuale è contro natura e suscita la collera di Dio

Partiamo dal presupposto che bisogna ammettere l'esistenza delle malattie. Ora, il Cattolico dogmaticamente ritiene che anche le malattie, come la corruzione, la morte e le tendenze concupiscenti, hanno avuto origine dal peccato originale che, di fatto, ha privato l'umanità della perfezione e dell'incorruttibilità, facendolo soggiacere alle dinamiche del Creato ed alle vessazioni sataniche. Ammesso che esistono malattie (lo sappiamo che ci sono), dunque, se osserviamo un uomo con 3 occhi, avremmo il falso coraggio di dire che non trattasi di una alterazione? Si tratta di un'anormalità senza dubbio; è oggettivo il concetto. L'omosessualità, seguendo lo stesso concetto logico, si presenta come un'anormalità nell'ambito della sfera psichica; in sostanza, una persona possiede una psicologia femminile in corpo di uomo, oppure sa di essere un uomo in un corpo di donna (oggi alcuni parlano di identità di genere). Perché non si vuole ...
... ammettere l'evidenza dell'irregolarità omosessuale, quando l'anormalità la riconosciamo a tutti gli altri casi definiti come "innaturali"?
Anche avere sette dita è una variante, ciò nonostante non rientra nella normalità, dato che variante non è uguale a
normalità. Molti sostengono che con giochi di parole si vuole sopprimere l'evidenza dei fatti e che comunque l'omosessualità è naturale.
E' importante ravvisare la tendenza molto diffusa che sono proprio coloro che si vantano di credere solo a ciò che vedono, che poi negano quello che degli omosessuali è un dato ovvio; cioè che sono soggetti non secondo l'ordine della natura dove, per natura, si intende il Creato che è governato da un equilibrio innegabile e tangibile.
L'omosessualità, anche se in taluni casi non è una deformità strutturale, lo è psicologicamente acquisita per vari disagi e evidenti turbe della personalità che, a lungo andare, comportano anche la "malattia dell'anima". E' doveroso innanzitutto diffondere le verità antropologiche e, negando il fatto che l'uomo e la donna sono secondo natura sana e che gli omosessuali si presentano secondo natura non conforme, si brama far credere che si equivalgano gli stati naturali.
Se uno è retto e l'altro è storpiato, sono due risultati della natura, ma il primo risultato è sano, l'altro è malformato; fin qui non esiste diversità morale! Ma se si vuole far credere che tutti i difettosi psichici, possano regolarmente valicare il confine morale, fino al punto che le unioni non lecite neanche tra maschi e femmine a loro siano consentite, allora questo è veramente grave!
E' grave già soltanto dal punto di vista della Legge di natura, dato che alcune parti sono state definite in natura per essere usate solo per defecare. Un lettore del sito, un farmacista, faceva giustamente notare nei commenti che anche la lubrificazione dell'ano non esiste, diversamente da ciò che Dio ha previsto nella vagina (fenomeno fisiologico noto), al fine di consentire al pene di accedervi agevolmente. Sempre lo stesso utente, faceva notare che nella sua farmacia vengono venduti farmaci quali il "Luan", prodotto che contiene un principio attivo detto lidocaina e che, sovente, viene acquistato dalle coppie gay e dagli etero sodomiti affinché tale pomata anestetizzi e lubrifichi l'orifizio anale quando, come negli esempi citati, viene utilizzato contro natura.
Molti sostengono che alcuni animali, come i bonobo, si intrattengono in rapporti di sodomia e, partendo da questa considerazione, affermano che l'omosessualità sia naturale. Anche questo concetto è sbagliato, dato che gli stessi bonobo per riprodursi, hanno bisogno della femmina e, se per sottomissione nei riguardi del maschio "alfa", taluni soggetti si fanno sodomizzare, è altrettanto vero che siamo nell'ambito della normale dinamica animalesca, così come accade nei cani, quando la femmina dominante suole "montare" le altre femmine del branco. Differenti e assolutamente naturali, invece, sono i casi di creature ermafrodite e di creature mutanti. Le prime, per natura ricevuta, hanno ambo i sessi e si auto riproducono, le seconde invece, cambiano il proprio sesso per fini procreativi, solo in base alla presenza numerica od all'assenza totale dell'essere di sesso opposto; Dio ha previsto tutto ciò, quindi è naturale.
Ancora oggi, partendo proprio dagli studi prussiani del 1869 in cui si iniziava a teorizzare l'omosessualità animale, la stessa sessualità di alcune specie animali è poco compresa e spazia nei diversi ambiti individuati come: copulazione, stimolazione genitale, giochi di coppia, corteggiamento. Attualmente la vera incidenza dell'omosessualità negli animali è sconosciuta e, se da un verso si nota che vi sono piccioni, pinguini ed altri animali che in una certa percentuale sono soliti intrattenere rapporti apparentemente omosessuali, dall'altro vi sono studi che dimostrano, come nel caso delle pecore, che una minima percentuale di montoni si accoppia con esemplari dello stesso sesso, ma lo fa solo ed esclusivamente per sottomettere il rivale e, come noto, non giunge all'orgasmo. Insomma, affermare che l'omosessualità sia naturale e che l'affettività omosessuale intesa come amore sia naturale, basandosi su studi scientifici su animali, per altro, ancora in fase di grande sviluppo, è un'assurdità.
Se vogliamo, adesso, inoltrarci nel discorso fino ai divieti santi previsti dalla Legge di Dio, è doveroso accettare l'evidenza del fatto anomalo dell'omosessualità e l'evidenza immorale degli atti tra omosessuali e, solo successivamente, accedere alla comprensione più profonda dei motivi della teologia morale.
Dio non condanna l'omosessuale che vive questo disagio, ma questo disagio non deve diventare un pretesto per pervertire gli atti e giustificare le cose più riprovevoli. Lo ho scritto anche in questo articolo ben documentato ed assolutamente non omofobo. Se le deformità fisiche e psicologiche non dipendono sempre da noi, i comportamenti morali si, perché in questi siamo noi che scegliamo.
Ritornando al discorso fatto ieri, dunque, amare il prossimo come se stessi, significa volere il bene per l'altro che si vuole anche per se stessi. Il primo bene che un cristiano ama è la verità, dato che Cristo fu ed è verità e portatore di verità; per questa ragione è moralmente positivo e santificante giudicare il male e denunciarne, in esso, la presenza dello spirito del mondo che è Satana.
Giudicare il male significa offrire l'opportunità della verità che libera dall'ignoranza, nella stessa misura in cui Cristo è venuto appunto a portare la verità; giudicare il male è un dovere di tutti.
Spesso, purtroppo, accade che i gay superbi schierati contro l'ordine e i buoni costumi, così come li vediamo esprimersi sui carri nelle manifestazioni, meriterebbero sanzioni penali per oscenità e per discriminazione religiosa, con sanzione come qualsiasi altro reato. La loro palese perversione, specialmente in certi casi, è una violenza psicologia a danno di tanti individui, partendo dagli anziani, passando attraverso le famiglie, fino a giungere ai minori che, dinanzi a tali nudità ed impudicizie contro natura, restano davvero sconvolti. Inoltre l'oltraggio alla religione cristiana attraverso la profanazione dei simboli accade solo in Italia dove le lobbie proteggono queste sacrileghe manifestazioni.
Provino a fare tali affronti blasfemi alle religioni dell' Ebraismo e dell'Islamismo che a loro volta condannano la pratica dell'omosessualità più severamente dei cristiani.
I superbi e ipocriti omosessuali in queste manifestazioni oltraggiano solo la religione cristiana. Perché?
Sanno che possono oltraggiare il nome santo di Gesù Cristo con tutta libertà. Ma Dio non si irride. E se i cristiani tollerano perché ispirati dalla pazienza e dall'amore, è vero anche che parlino e denuncino abusi così frequenti.
Se umanità e omosessualità esistono sostanzialmente dallo stesso momento, non esistono insieme dall'inizio. Fondamentalmente esiste l'omosessualità soltanto dopo il peccato che ha completamente distrutto la natura originale, appunto come dicevo all'inizio dell'articolo.
La trasgressione della legge naturale oltre che quella di Dio, ha distrutto la perfezione umana e reso l'uomo incline al male. Ecco perché abbiamo bisogno dell'aiuto divino, per correggere le nostre tendenze cattive. L'aiuto è ciò che imploriamo come grazia santificante, da qui l'importanza dei retti insegnamenti, dello spirito missionario, della Chiesa e della preghiera.
Noi cristiani, per concludere, non temiamo Dio, bensì temiamo di perdere piuttosto un Bene così grande. Questo timore rafforza l'amore che non vuole separarsi da un Padre così buono e giusto. Quando nella scrittura è rivelato che Dio si adira, non va compreso come di un atteggiamento inconsulto e incontrollato come accade a noi poveri uomini. L'ira di Dio è santa perché infinitamente virtuosa e non passionale e impulsiva. L'ira è motivata sempre da infinito amore.
Mentre siamo in vita Dio si adira santamente correggendoci in vari modi: sottraendoci le cose che ci separarono da lui. Se una persona pecca e rischia di dannarsi l'anima per l'amore al vizio, Dio adirandosi e amandolo gli sottrae la salute perché non abbia più a usare male del corpo, e possa ritrovare l'amore all'anima; questo concetto potrebbe essere riconducibile all'AIDS ed alle malattie veneree.
Vi è un'altra ira più severa ed è questa: quando Dio vedendo le gravità continue delle colpe e degli scandali, lascia che il peccatore ostinato e indurito continui ad offenderlo fino alla morte, senza che sia raggiunto dalla sofferenza che potrebbe salvarlo. E' pericoloso perseverare nell'ostinazione contro Dio; Dio è buono ma anche giusto.
D'altronde non diciamo cattivi i giudici che condannano all'ergastolo terroristi e stupratori e avremmo l'ardire di chiamare ingiusto Dio che decreta la dannazione eterna di un'anima ostinata e ribelle?
Dio non manda nessuno all’inferno, è il cattivo che vi si fa condannare facendo il male, come il ladro che rubando si fa condannare alla prigione; Dio, oltretutto, deve esercitare la giustizia verso i buoni, proprio condannando i cattivi impenitenti. Come potrebbe ammettere in cielo i buoni insieme ai cattivi?
Sarebbe ingiusto, come un qualunque giudice terreno che si corrompe e sarebbe contrario alla Dottrina della fede ed al Magistero dato che, dagli insegnamenti di Cristo, si è appreso quando, dove, come e perché avverrà la separazione sempiterna dei giusti dai dannati.
Questo mio articolo non è esempio di omofobia, ma è constatazione dei fatti nell'ottica del buon crisitano; non era omofobo neanche il mio articolo di ieri, leggibile cliccando qui.

Carlo Di Pietro (M.S.M.A.)


venerdì 24 febbraio 2012

QUELLO CHE GLI OMOSESSUALISTI MILITANTI ED I GAY NASCONDONO ASTUTAMENTE. IL "PARAVENTO OMOFOBIA"

Di omosessualità ed omosessualismo ne ho parlato in tanti articoli e, per dovere cristiano, continuerò a farlo finché Dio me lo consentirà, ciò nonostante quest'oggi vorrei focalizzare ulteriormente le attenzioni dei lettori su alcuni argomenti che il mondo della militanza gay tiene nascosti ai tanti. Anzitutto partiamo dal presupposto che il buon cristiano, come Dottrina insegna, ha il dovere di ricordare all'omosessuale (come all'etero) che la pratica del sesso contro natura e le forme di amore insolito, se protratte negli anni, da grave peccato divengono vizio radicato. In quest'ottica, difatti, il Magistero ci insegna che con il prolungarsi di queste abitudini intrinsecamente disordinate, in abominio e contro natura, la diversità viene psicologicamente re-interpretata come normalità, al punto tale che il vizio legato esclusivamente alla sfera sessuale porta con se tutta una serie di comportamenti superbi, iracondi e blasfemi, dunque diabolici. ...
... Ieri il Santo Padre Benedetto XVI ha lanciato un chiaro monito ai sacerdoti (leggi qui), ricordando loro che la fede, per essere "matura e adulta", deve necessariamente affondare le proprie radici nella conoscenza di Dottrina e Magistero, sostenendo altresì che il buon cristiano non cede alle "onde del mondo" e non cade vittima "delle mode e delle opinioni del mondo", specialmente dovute ai cattivi insegnamenti "provenienti dal mondo dei media e della comunicazione".
Benedetto XVI, alla luce della totale disinformazione dottrinale e delle catechesi di "bassa levatura" (fenomeno modernista e protestante che denuncio pubblicamente da anni), ha ricordato che "con questo analfabetismo religioso non possiamo crescere" ed ha invitato i parroci a studiare con accuratezza il Magistero, quindi a trasmetterlo integralmente ai fedeli che hanno sete di Verità.
Uno dei più grandi mantra o totem diffusi negli ultimi 30 anni, da cui derivano le degenerazioni morali e comportamentali, è la cosiddetta frase "Gesù è amore e Dio è amore", proferita dai buonisti e dai saccenti, al fine di voler giustificare comportamenti contrari agli insegnamenti di Cristo e, di conseguenza, attaccare chi cerca di far rinsavire i vessati.
Omofobo, ad esempio, è la tipica etichetta che viene data al cattolico; mediaticamente, se un tempo volevi distruggere qualcuno nell'onore e nella dignità, dovevi accusarlo di essere nazista o xenofobo. Oggi, invece, la tattica della diffamazione si è spostata sul tema omosessualità, dunque, il buon cristiano (parroco compreso) che tenta di diffondere i reali insegnamenti della Chiesa cattolica, viene definito omofobo e quindi subisce linciaggio mediatico ed emarginazione.
Questa tattica di aggressione alla moralità cristiana può spaventare gli ignavi e i deboli ma, quando si è ricevuto il dono della fede e / o della conversione, non di certo ci si fa intimorire da tali calunnie e, come Cristo insegna, Dio sarà sempre bastone per sorreggerci nelle difficoltà e, perché no, anche nella calunnia e nel linciaggio mediatico.
Oggi, per esempio, cercare di evangelizzare 2 gay o 2 lesbiche, ricordando loro che Cristo ha insegnato ad amare secondo quando previsto dal Padre (Egli stesso), potrebbe procurare conseguenze gravi in termini di notorietà e di "reputazione secolarizzata" ma, nonostante ciò, il buon cristiano ed il religioso non eretico hanno il dovere di spiegare ai 2 gay ed alle 2 lesbiche che il loro non è amore universale, bensì è passione vissuta nel particolare; è una forma di affettività naturale che, così come espressa nel vizio e nel mal costume, diviene innaturale e, se protratta fino alla morte, è ostativa per l'accesso nel regno dei Cieli.
"Gesù è amore e Dio è amore", diranno i buonisti.
Certo, ma in egual misura sappiamo che l'amore di Dio si manifesta anzitutto mediante la sua immensa giustizia e, non a caso, si suol sostenere appunto che la "giustizia non è di questo mondo".
Cosa significa tutto ciò e come comportarsi dinanzi a tali prese di posizione buoniste che, lo ripeto, non sono in linea con la Dottrina cattolica?
Nel confronto ideologico e nell'opera di evangelizzazione, va ricordato ai nostri interlocutori, siano essi laici o religiosi, che esistono dei dogmi di fede, certi (detti da Cristo) e testimoniati anche dalle esperienze dei Santi, che parlano di "giudizio particolare", "giudizio universale" e di "Inferno".
Non è mia intenzione addentrarmi in un trattato teologico sull'escatologia ma, brevemente, è nostro dovere ricordare ai signori del buonismo che la bontà di Gesù e di Dio si manifesta nella concessione del Creato, nella nostra natura, nel libero arbitrio, nella Chiesa, nella preghiera e, non in ultimo, nella possibilità di morire in stato di grazia santificante al fine di riabbracciare il Padre.
Come viene meno, sinteticamente, la grazia santificante?
Con il peccato che è di natura superba, quindi diabolica, e non può - per giustizia divina - conciliarsi con la "situazione paradisiaca" che ci viene dall'eterna vicinanza a Dio e dal distaccamento totale dallo spirito del mondo, che è Satana.
E' dovere del buon cristiano, come il Papa ha ricordato, insegnare il vero Magistero e non le individuali visioni del singolo o del sacerdote in odore di eresia che, caso stano, è sempre il più acclamato e propagandato. E' ovvio!
1) Se in TV si presenta il sacerdote santo che dice:
"amici gay, la Chiesa insegna che la vostra situazione è uno stato di peccato mortale, pertanto o resistete alle vostre pulsioni disordinate, vivete la castità e rifuggite dal peccato, oppure se morite in questo stato, andrete all'Inferno".
Costui sarà infamato, diffamato ed emarginato dai media.
2) Se, a differenza, in TV fa proseliti il sacerdote eretico che dice:
"fate ciò che volete, tanto Dio è amore e andremo tutti felici in Paradiso".
Costui sarà osannato e diventerà presenzialista in talk show e dibattiti radio / TV.
Nell'ottica della vera fede, il primo è santo, mentre il secondo è palesemente eretico, pertanto, piaccia o no, il primo parla ispirato dallo Spirito Santo, mentre il secondo è vessato da Satana, dunque fornisce insegnamenti seduttivi ma sbagliati e si palesa praticamente come coloro i quali Cristo definiva "falsi profeti".
Queste mie parole non sono giudizi temerari, non sono esempio di omofobia e non sono né estremizzate e né tantomeno tradizionali; questa è apologetica della fede, potete leggerne sul dizionario il significato.
Veniamo alle menzogne delle organizzazioni omosessualiste ed alle verità nascoste al fine di poter fare proselitismo gay e di diffondere il malessere spirituale e le turpi abitudini sessuali contro natura:
1) Si cerca di criminalizzare il Narth e Nicolosi (padre della terapia riparativa) evitando di dire che Nicolosi è membro APA (American Psychological Association ) e consulente AMA ( American Medical Association);
2) Non si dice che l’OMS reputa indispensabile il rispetto della libertà e dell’autodeterminazione della persona in merito al proprio orientamento sessuale;
Luca Di Tolve, nel suo testo "Ero gay", sostiene che: "se è vero che ogni persona ha il diritto, se lo desidera, di mantenere un’identità gay, è altrettanto vero che ogni persona ha diritto, se lo desidera, di sviluppare, il suo potenziale eterosessuale e di ricorrere ad una terapia per essere aiutato in questo percorso".
INFATTI:
IL MANUALE DELL'ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA', ICD-10 riporta il disturbo F66 1 (orientamento sessuale non desiderato ) dove è previsto che " l'individuo può cercare un trattamento per cambiare ...la propria preferenza sessuale".
In molti clienti con tendenza omosessuale non desiderata, se con consenso, informati circa la possibilità che saranno delusi se la terapia non riesce, l'aiuto psicologico può far funzionare una scelta razionale per sviluppare il loro potenziale eterosessuale.
3) Oggi, per esempio, possiamo criticare l'aborto, ma non possiamo offendere la persona che abortisce. Oggi possiamo criticare la pornografia ma non possiamo offendere la persona dedita alla pornografia.
Luca Di Tolve, nel suo testo "Ero gay", sostiene che: "in realtà ci stiamo accorgendo che molte persone attive nei movimenti gay non ammettono neppure la possibilità che possano esistere forme diverse di omosessualità e percorsi diversi possibili per le persone omosessuali che non si riconoscono nell’ideologia gay, e sostengono la loro "verità" con una tale intolleranza ed insistenza, da generare grandi sofferenze e umiliazioni in molti di noi, persone che hanno sperimentato (o vivono tutt'oggi) pulsioni omosessuali ma che non si riconoscono dell'ideologia gay secondo la quale ogni omosessuale "nasce così" e può soltanto accettare di restare così".
Luca Di Tolve, nel suo testo "Ero gay", sostiene che: "ci lascia amareggiati e senza fiato constatare come alcune persone che hanno vissuto sulla loro pelle l'umiliante esperienza di sentirsi ghettizzati da chi li considerava in qualche modo "subumani", dimostrino a loro volta degli atteggiamenti similmente discriminanti e sprezzanti, alimentando una nuova forma di omofobia diretta a colpire gli omosessuali non gay. Su alcuni di noi questa insistente pressione pesa ormai come una vera e propria persecuzione contro i propri diritti alla libertà di pensiero, alla libertà religiosa ed all'autodeterminazione in merito al proprio orientamento sessuale e si appellano alla coscienza di ciascuno perché sia rispettata la diversità di tutti e sia bandito ogni atteggiamento di dogmatica intolleranza".
Riassumendo in parole semplici e non teologiche:
- omosessualità = tendenza morale e comportamentale oggettivamente ed intrinsecamente disordinata, mai approvabile, curabile con adeguate attenzioni pastorali e con l'ausilio della medicina;
- omosessualità praticata e propagandata = "MAXIMUM PECCATUM INTER SPECIES LUXURIAE", dunque, se si dovesse morire in stato di peccato mortale, chiacchiere eretiche a parte, Dio per bontà verso i giusti e per rettitudine divina, non può concedere al peccatore di accedere nel "mondo dei beati";
- omofobia = inesistente quando il buon cristiano cerca, per amore, di spiegare al gay ed alla lesbica che il loro comportamento è contrario agli insegnamenti di Cristo ed è ostativo per l'accesso al regno dei Cieli. Cristo dice di cercare il bene dell'anima e non del corpo;
- spirito missionario = insegnare la Parola a chi non la conosce e, per amore, essere disposti anche al martirio, al fine di salvare le anime. Questa è la missione più importante per il buon cristiano che, nella Chiesa di Roma, trova massima Verità e perfezione.
- Dio è amore, Gesù è amore = Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) è amore, ma non è stupido o ingiusto. La bontà di Dio permette all'uomo di convertirsi durante tutto l'arco della vita terrena ma, dopo la morte, se l'uomo muore in stato di peccato mortale, è privo della cosiddetta "GRATIA GRATUM FACIENS", che è la grazia santificante che rende l'uomo gradito a Dio. Senza questa "chiave" non si aprono le porte del regno del Padre, ma si va a casa di Satana.
Esempio metaforico pratico:
Dio è il martello di qualità, il Papa è il grossista di ferramenta (vendendo il martello al dettagliante, avverte che serve per battere i chiodi ed il suo lavoro lo fa bene), il dettagliante è il prete (vendendo il martello all'uomo, può dire che serve per battere i chiodi - LA VERITA' - o per batterselo sulle dita - LA MENZOGNA), l'uomo è l'acquirente finale (ha in mano un bel martello e può usarlo per battere i chiodi o per fracassarsi le dita fino alla distruzione, dipende dalle indicazioni che ha ricevuto dal dettagliante; MA L'UOMO SA A COSA SERVE IL MARTELLO!!!!!!!!!!!!!!! "LO HA APRRESO DALLA LEGGE NATURALE").

Carlo Di Pietro

Note:

Catechismo della Chiesa cattolica
Compendio CCC 2005
Discorso del Santo Padre ai parroci romani (23/02/2012)
Libro "Ero gay" di Luca Di Tolve Edito dalla Piemme